Peppino Peppino, ti ringrazio e rispondo al tuo invito (commento 6 alla post del 29 gennaio), anche se altro che una post, ci vorrebbe.
Siamo nel bel mezzo della settimana per la vita, e sono abbastanza pieno di impegni, perchè a me questa cosa dei bambini che vengono uccisi senza che nessuno dice niente mi sembra così folle… sarà che li sento tutti fratellini di mio figlio, sarà che mi è capitato di assistere a cose che non pensavo possibili neanche nei film di fantascienza…
In Italia per ogni 4 bambini nati un bambino ucciso. Più o meno 540.000 nati all’anno contro 140.000 aborti. E sono solo i dati ufficiali, senza contare quelli uccisi in maniera “illegale”.
Se una mamma annega il figlioletto nel bagnetto … scandalo, giornali, carabinieri, perizie psichiatriche.
Se lo uccide 6 mesi prima…. Tutto normale, tutto legale?
Gli occhietti, i braccini ed il cuoricino sono gli stessi, solo un pò più piccoli.
Ma se è un problema di dimensioni, allora perchè non castrare tutti quelli col pisello piccolo? Io sarei il primo candidato.
Io che con le mie tasse ho pagato e continuo a pagare lo stipendio del bravo dottore che ha ucciso mio figlio e (violentando la mia fidanzata, che aveva vergogna persino di farsi vedere in costume) ne ha buttato il corpicino raschiato e fatto a pezzettini chissà in quale immondizia…? Tutto normale, tutto legale?
Non cessa di sembrarmi folle, questa normalità.
Teresa diceva che non ci sarà mai pace nel mondo se noi permettiamo questi scempi quotidiani al cui confronto ogni guerra è un giochetto per bambini, Carol diceva che la sfida più importante di tutte è quella della vita…
Morti loro? Sembra che si abbia paura di parlare.
Nel mio “servizio” sto conoscendo un sacco di gente, un sacco di donne che mi dicono cose tipo “ho abortito 15 anni fa, ripenso a mio figlio tutti i giorni maledicendomi, e non ne ho mai parlato con nessuno” (!!!).
E’ un silenzio che logora, che tortura, che continua ad uccidere.
Non ne ho conosciuta una, una sola, che mi abbia detto “sono orgogliosa di quello che ho fatto, ne sono ancora convinta, lo rifarei”.
C’è un sommerso che fa spavento, e secondo me la cosa più sbagliata è farlo restare tale, stando zitti. Chi ci è già passato deve sentirsi in dovere di tentare di impedire che qualcun altro si rovini la vita, a me sembra così ovvio!
La legge, dicevi?
Basta leggerla, per capire quanto sia ipocrita, sin dal titolo: si chiama “tutela alla maternità”, e di fatto disciplina le condizioni necessarie per poter abbattere i bambini. Condizioni che poi, se si va a fare un giro, non vengono quasi mai applicate perché oggi nessuno ti chiede i motivi della decisione di ricorrere all’IVG. E’ stato di fatto sancito il diritto di aborto, senza che questo sia mai stato legiferato!!!
Così, molto spesso in violazione alla stessa legge alla quale ci si appella, i bambini muoiono senza che sussistano le condizioni minime prescritte!
Brevemente, e senza tirare in mezzo Dio, i punti che proprio non vanno:
1. Il Concepito non esiste. Mentre l’Art. 1 della legge 40/2004 (la cui validità è stata plebiscitariamente riconosciuta nel referendum popolare dello scorso anno) riconosce la soggettività giuridica dell’embrione possessore di diritti (ed il primo, costituzionale, è quello della vita), questa legge del 1978 (che tantissimi giovani oggi subiscono non avendola votata) disconosce qualsiasi diritto a embrioni di 90 giorni, molto più sviluppati quindi di quelli oggetto della legge 40!
2. I figli in genere si fanno in 2, ma il padre del concepito non ha diritto di proferire parola. Non ha neanche il diritto di essere messo a conoscenza del fatto che suo figlio sta per venire ucciso. Può essere ascoltato solo “qualora la donna lo consenta”. Ma a lei nessuno glielo chiede mai.
3. I consultori sono dei meri “emanatori di certificati di prenotazione aborto”. Degli uffici, abbastanza freddi e scostumati. Non c’è nessuno che ti chiede se tu abbia bisogno di aiuto, di consiglio, nessuno che ti illustra le strade possibili e le persone / strutture a cui poterti appoggiare. La maggioranza delle ragazze che va a prenotare l’intervento non è informata, e non ne è contenta né convinta né forte psicologicamente.
4. In 8 – 9 casi su 10 (e lo dicono quelli che ci lavorano) i certificati di prenotazione sono firmati da medici di base, o da medici sportivi, o da psicologi che per 30 euro dichiarano qualsiasi tipo di disturbo alla mamma, che ovviamente non sussiste o che quando va bene non c’entra assolutamente niente con la gravidanza! Le date dei certificati sono spesso falsificate, per bypassare il problema 7 giorni previsti dalla legge tra prenotazione ed intervento.
5. Lo Stato dovrebbe contribuire economicamente con sussidi durante e dopo la gravidanza alle situazioni più precarie. Oggi questa cosa è demandata ai privati, ed ai volontari che però non vengono ammessi nelle strutture pubbliche perché potrebbero “creare scompiglio”.
6. Il Ministero della Pubblica Istruzione dovrebbe fare prevenzione all’aborto nelle scuole, con adeguate campagne informative, visto che in ogni caso è una pratica sconsigliata in quanto devastante corpo e anima delle signorine che vi si sottopongono. L’educazione all’Amore, è la soluzione!
Scusate la tediosità, ma la colpa se la piglia Peppino. A voi i commenti, io adesso devo uscire e andare da Sara che ha un bimbo meraviglioso di 9 mesi ed è scappata da Milano perché il compagno la sgommava di mazzate… (lui è di Amalfi, però).
Buona giornata!