23 gennaio 2008

La spallata? Alla fine più che il Cavaliere poté Ruini

MARIO AJELLO
Roma.Gli stavano per gridare, l'altro giorno all'Angelus in Piazza San Pietro: «Clemente santo subito!». Ma si sono trattenute, le truppe di Ruini. Per ripiegare su qualcosa di altrettanto tenero, ma più terreno: «Mastella liberaci da Prodi!», «Mastella fai cadere il governo!», «Mastella, ma come fai a stare in mezzo a quelli lì?». Clemente sorride, già medita la "spallata", gli piacerebbe tanto - conoscendo il tipo - arrampicarsi fino alla finestra di Benedetto XVI per annunciarla "urbi et orbi" ma siccome non si può, si tiene l'annuncio dentro la gola. O ancora: chi fu il Papa del Family Day, mancando in piazza quello originale lo scorso anno? Lui, Clemente. «Nel '700 ci furono Clemente XIII, Clemente XIV... ora ci sono io», scherza: e fra i pochi politici del centrosinistra fu di gran lungo il più acclamato in quella piazza anti-Dico. «A Prodi non glieli faccio fare i Dico», assicurò in quell'occasione. Ed è sempre stato così, Mastella: idolo dei cattolicissimi e delle gerarchie vaticane. Allora non è che la "spallata" che al governo ha dato Clemente in queste ore sia anche un po' una "spallata" firmata da Ruini. O almeno benedetta dal super-cardinale che non sopporta i «cattolici adulti» (alla Prodi) e adora i «cattolici infanti», come Clemente si diverte a definirsi e con lui anche la moglie Sandra che dice di essere finita sotto la scure dei pm «a causa dei valori cattolici che professiamo in famiglia»? La sequenza di questi giorni è impressionante. La botta anti-Prof del cattolico Mastella arriva dopo la bufera delle polemiche su Ratzinger all'università di Roma nel quale il governo, a parte Clemente, è stato un po' tiepido nel difendere la Santa Sede o comunque così è apparso agli occhi di Oltretevere. Poi Ruini lancia il suo appello di piazza: vediamo chi sta con noi e chi no, insomma venite tutti all'Angelus e chi non ci sarà non passerà inosservato agli occhi della curia. I prodiani, perfino la Bindi, non c'erano domenica nella piazza cattolicissima, anzi l'hanno considerata inopportuna e Mastella... Lui, figuriamoci, non presente, presentissimo: «Sandra non è potuta venire a causa dei noti motivi (la detenzione domestica, ndr.) ma è qui in spirito», ha annunciato l'ex Guardasigilli. «Forza Clemente! Forza Sandra!», gli gridano. Lui si commuove. E si sente protetto, all'ombra del Cupolone. Ed è come uno che è rimasto vittima del martirio procuratogli da «troppo laicismo» e insomma come un San Sebastiano sannita trafitto dalle frecce ma guarito dall'acqua santa e dai massaggi celesti terrenamente tradotti nella solidarietà e nel sostegno delle armate di Ruini. La "spallata" è a doppia firma? Il giorno dopo l'Angelus, cioè ieri, a bocce ferme, quando tutto sembrava risolto, il presidente della Cei, Bagnasco, torna alla carica contro il governo, dicendo che è stato l'esecutivo a volere la rinuncia di Ratzinger all'università di Roma. Dunque, fra le due sponde del Tevere - quella «troppo laicista» e quella benedetta di Benedetto - Clemente sembra aver optato per quella che gli vuole più bene. E per la quale s'è immolato una volta («Se passano i Dico, faccio la crisi di governo», annunciò, «perchè nemmeno Hitler ha avuto la sfrontatezza di mettersi contro il Papa»), un'altra volta («se non passa l'indulto, faccio la crisi di governo e i cardinali mi chiedono "Mastella aiutaci tu!"», ammonì) e via così. Fino ad oggi che un Re Magio di Ceppaloni (lui) ha portato in dono alla cristianità la testa del governo degli infedeli.

1 commento:

Peppe ha detto...

O anche in questo Blog abbiamo paura del Vaticano? Dopo il lungo post di Paolino è calato il gelo.
Allora chi fa il primo post sulla caduta del governo?
Ciao belli e buona giornata.