21 febbraio 2009

Licenze, Facebook nel mirino Zuckerberg rassicura gli utenti


GLI UTENTI continueranno ad essere padroni delle loro informazioni nel rispetto della nostra filosofia". Con queste parole Mark Zuckerberg, fondatore e proprietario di Facebook, ha provato a mettere fine, postando un intervento sul blog del social network, alla bufera che si è scatenata nei giorni scorsi in seguito ad alcuni cambiamenti dei termini di servizio da approvare al momento dell'iscrizione. Che riguardano un aspetto tutt'altro che marginale: la proprietà dei contenuti pubblicati dagli utenti nel social network più alla moda.

L'allarme è stato lanciato dal blog americano The Consumerist: oltre ai già noti problemi riguardanti la permanenza all'interno dei database della compagnia di Palo Alto delle informazioni contenute nell'account anche dopo la cancellazione, ora gli utenti, che hanno raggiunto l'impressionante cifra di 175 milioni, rischierebbero di lasciare Facebook in possesso di tutti i contenuti creati, anche dopo l'abbandono del servizio. Insomma video, fotografie e testi aggiunti sulla propria pagina diventerebbero, con l'approvazione delle nuove condizioni di uso, di proprietà di Facebook, che ne potrebbe addirittura esercitare i diritti.

Il provvedimento, che metterebbe ulteriormente a rischio la privacy di chi accede al social network, è stato ratificato da Facebook tramite la cancellazione di due righe all'interno della sezione "Licenze" delle Condizioni di uso. Attualmente chi si iscrive concede a Facebook il diritto di "usare, pubblicare, trasmettere, catalogare, conservare, ritoccare, modificare, revisionare, montare, tradurre, estrapolare, adattare, creare lavori derivati e distribuire, ogni contenuto dell'utente postato su o in relazione con il servizio di Facebook".


Fino a poche settimane fa a queste righe - secondo quanto ha scoperto The Consumerist - ne facevano seguito altre che suonavano così: "L'utente può rimuovere dal sito il proprio contenuto in qualsiasi momento". Scegliendo di eliminare il proprio "user content", quindi, la licenza accordata a Facebook decadeva automaticamente ma la compagnia poteva comunque rimanere in possesso di copie archiviate dei contenuti generati. Ora invece nessun paragrafo fa riferimento alla durata della licenza e il rapporto di condivisione dei materiali con il social network sembra destinato a durare in eterno.

Per ovviare a qualsiasi equivoco, Facebook ricorda poi, nella sezione "Interruzione e cambiamento del servizio", che: "le seguenti sezioni sopravvivranno a qualsiasi interruzione dell'uso di Facebook". Gli user content appaiono naturalmente nell'elenco.

Secondo le critiche mosse dal web, i nuovi iscritti sarebbero destinati dunque a concedere tutta la propria privacy al social network. A smentire la teoria però è arrivata sul blog di Facebook la risposta di Mark Zuckerberg: "Un paio di settimane fa abbiamo aggiornato le condizioni di utilizzo per chiarire un paio di punti ai nostri utenti. Quando una persona condivide informazioni su Facebook deve accordare a Facebook il diritto di usare quelle informazioni, così da permetterci di mostrarle alle altre persone che ce ne hanno chiesto la condivisione".

Detto questo Zuckerberg aggiunge: "Quando una persona condivide qualcosa con un altro utente, come ad esempio un messaggio, vengono create due copie di quel messaggio: una nella casella del mittente e l'altra nella casella del ricevente. Anche se il mittente dovesse disattivare l'account, quella copia rimarrebbe nella casella del ricevente".

È proprio per approfondire questo concetto che Zuckerberg dichiara di avere aggiornato le condizioni, tutto in virtù della tutela della privacy degli utenti insomma. Senza condivisione non esisterebbe Facebook: non solo condivisione con gli altri utenti quindi, ma anche, e soprattutto, con i database del social network.

Le due righe cancellate sarebbero, secondo il dirigente, solo una forma di chiarimento nei confronti degli iscritti e niente sarebbe cambiato rispetto a prima. Anzi, a sottolineare la poca affidabilità del web, il fondatore ricorda che "oggi non esistono sistemi che concedono di condividere le proprie informazioni e simultaneamente di controllarle".

Inoltre, a poche ore dall'allarme lanciato da The Consumerist, una portavoce della compagnia californiana aveva risposto via mail agli autori del blog: "Non stiamo rivendicando e non abbiamo mai rivendicato la proprietà dei materiali caricati dagli utenti. I cambiamenti alle condizioni d'uso servono a chiarire agli utenti quale sarà il futuro dei loro dati". Che per il momento sembrano essere completamente nelle mani di Facebook. Repubblica (17 febbraio 2009)

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