Crispano. Un rapinatore morto, il complice di appena 16 anni ferito, le sue condizioni sono gravi. Terrore in una tabaccheria sulla strada provinciale Frattamaggiore-Crispano, una zona ad alto rischio perché nelle mani di bande di scippatori e rapinatori. Tutto comincia alle 19.40: un bandito, Francesco Amura, 35 anni, di Afragola, già denunciato in passato per furto, rapina e detenzione di arma da fuoco, fa irruzione nella rivendita-edicola di proprietà di Santo Gulisano, 60 anni, ispettore di polizia in pensione, residente a Crispano. Nell’esercizio commerciale, oltre al titolare c’è il figlio Alessandro di 24 anni. Amura è a volto coperto, indossa un giubbotto e un cappellino; con lui un ragazzo di 16 anni, Gennaro Di Gennaro. Amura ha appena svaligiato un tarallificio che si trova cinquecento metri prima della rivendita, ha portato via però solo pochi spiccioli. Non è soddisfatto del bottino e vuole riprovarci: punta la pistola, una 6.35, contro il tabaccaio e gli intima di consegnare l’incasso, circa 400 euro. Santo Gulisano, secondo quando ricostruito dai carabinieri della compagnia di Casoria, prova a fermare il malvivente: «Il tuo è un ferro vecchio. Buttalo». Amura punta la pistola contro la vetrina ed esplode due colpi. A questo punto l’ex ispettore di polizia impugna la sua «Magnum», regolarmente detenuta e spara. Un proiettile centra alla fronte Francesco Amura. Il tabaccaio rivolge l’arma contro il complice (disarmato) del malvivente ed esplode altri due colpi: il minorenne viene ferito all’avambraccio e al fianco sinistro. Il ragazzo riesce a fuggire: viene notato da un poliziotto di Giugliano, Fortunato Manna, libero dal servizio. Il sedicenne, prima di svenire, gli racconta che cosa è accaduto. Sulla strada provinciale arrivano subito le gazzelle della compagnia di Casoria, le volanti del commissariato di Fratta e quelle di Afragola. Santo Gulisano è stato interrogato per ore per ricostruire l’accaduto. La sua posizione ora è all’esame del pm Francesco Soviero. E intanto in serata è scattato nei confronti del tabaccaio un piano di vigilanza.
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E proprio stamane dicevo a mia madre: "mi sentirei male se dovessi leggere di Gennaro (il minore affidatomi che non è voluto rientrare nel programma) sul giornale". Eh sì, è il Gennaro di cui mi dovevo prendere cura, è il Gennaro che mi urlava nervoso mentre gli spiegavo che gli avrei insegnato a scrivere, è il Gennaro figlio di una mamma ormai persa, è il Gennaro che è stato forse abbandonato troppo presto sia da me che dai servizi sociali: "Gabriè noi possiamo aiutare solo chi vuole essere aiutato" "Giovà secondo me dovremmo iniziare ad aiutare seriamente soprattutto chi non vuole essere aiutato"!!!
Scusate lo sfogo.
28 ottobre 2006
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2 commenti:
Gabriella non hai colpe, sono d'accordo con tua madre quando sostiene che solo chi vuole...può essere aiutato, già è tanto quello che fai ed anche bello.
Non molliamo Vivi, non molliamo!!!
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